L’UE vuole meno produzione, più importazione e… Cibo sintetico
Crisi economica, crisi energetica, rincari folli in qualsiasi settore (dalla materia prima al confezionamento) stanno mettendo a dura prova l’intero comparto agroalimentare, indiscusso motore trainante della nostra economia, a suon di “badilate” improvvise. Basti pensare che la nostra filiera vale 575 miliardi di euro, cifra che rappresenta il 25% del Pil nazionale, garantisce occupazione per 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, in 70mila industrie alimentari, in oltre 330mila realtà della ristorazione e in 230mila punti vendita al dettaglio.
Numeri importanti, incapaci, però, a quanto pare, di sensibilizzare l’Unione Europea a un potenziamento della salvaguardia del prodotto europeo. O, meglio, del Made in Italy, che rappresenta l’eccellenza nel settore.
L'ascesa de "Frankenstein Food"
In Danimarca, ad esempio, stanno, infatti, realizzando dei bioreattori per produrre cibo sintetico soprannominato “Frankenstein Food”. Nello specifico, “grazie” a un gruppo di multinazionali pronte a investire diversi miliardi di euro nel cibo sintetico, finiranno a rischio estinzione uova, latte, pesce, carne e formaggi.
La posizione di Coldiretti Imperia
Per Coldiretti Imperia si tratta di una vera e propria catastrofe alimentare, sociale e umana, ma soprattutto di una totale mancanza di rispetto verso il consumatore, verso le imprese e verso l’intero pianeta.
“Siamo pronti – dichiara Domenico Pautasso, Direttore di Coldiretti Imperia – a contrastare con qualsiasi mezzo questa folle produzione”. Non meno duri i toni in merito alla scelte europee, definite sbagliate e sprovvedute sempre dai vertici di Coldiretti Imperia, il Presidente Gianluca Boeri e il Direttore Pautasso, in materia di produzione, import ed export.
Dall’uso dei fitofarmaci agli accordi con il Mercosur al “farm to fork” si apre la via alla confusione più totale. Una sorta di “liberi tutti”, purché sotto marchio UE. Il che va indiscutibilmente contro il Made in Italy, che per propria natura non può e non deve essere “amalgamato” con le produzioni degli altri Paesi.
“L’Italia è uno dei 27 stati membri dell’Unione – continuano Boeri e Pautasso – ma all’interno di questa Europa pensiamo che l’Italia debba avere una propria identità. La libertà e la salvaguardia delle democrazie passa attraverso anche ad una maggiore autonomia agroalimentare e energetica”. Il Presidente Boeri, inoltre, dichiara: "Oggi, sotto questi aspetti, siamo prigionieri, siamo ostaggi delle speculazioni e della miopia delle commissioni europee e di chi metterà le mani definitivamente sul cibo e sulle energie, minando inevitabilmente le democrazie. Basta giochini modello Prosecco/Prosek, dove l'unione Europa ha dimostrato poca sensibilità e competenza".