21 Settembre 2022
Fiori italiani a rischio, i costi toccano il +95%

I rincari non risparmiano neppure il settore florovivaistico, fiore all’occhiello dell’economia ligure

Addio ai fiori italiani: con il +95% dei costi per piante e sementi scatta l'allarme rosso per i vivai travolti dai rincari dell’energia. Gli aumenti interessano l’intera filiera: dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni, fino ad arrivare al gasolio per il riscaldamento delle serre.

Il Crea ha diffuso questi dati in occasione del Flormart, fiera dedicata alle eccellenze del florovivaismo Made in Italy.

La floricoltura in Liguria

“Il settore florovivaistico ligure – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – rappresenta un comparto storico della nostra economia. Si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona, con circa 3200 aziende di fiori e piante ornamentali nella prima e un migliaio nella seconda. Negli anni le produzioni sono state reindirizzate per rispondere alle nuove esigenze del territorio e del mercato, arrivando a comprendere ranuncoli, anemoni, mimosa, margherite, gerbere, verde e fronde ornamentali. Un settore fondamentale per la Liguria e per l’intero Paese, che conta al proprio interno 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese, impegnate fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e piantine da trapianto (7500)”.

Un comparto davvero portante per l’economia della Liguria, ma che, purtroppo, continua ad essere messo sotto pressione dai continui aumenti dei costi di produzione: +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti e +45% per i servizi di noleggio. Senza contare l’incremento delle spese di trasporto, particolarmente opprimenti per l’Italia, dove l’85% delle merci viaggia su gomma, e gli aumenti degli imballaggi: +72% per la plastica dei vasetti dei fiori, +40% per il vetro, +31% per la carta.

Cosa si può fare?

“Un primo passo contro il caro bollette – continuano Boeri e Rivarossa – è rappresentato dall’estensione a fabbricati e serre della riduzione dei costi del gasolio fino alla fine dell’anno. Tra le proposte della Coldiretti, inoltre, figurano anche lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera, già stanziati nel Pnrr, e l’incentivazione delle operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole. Atteso, infine, il provvedimento in discussione il prossimo 28 settembre, trasmesso dal Ministero delle Politiche Agricole alla Conferenza Stato-Regioni, il quale prevede misure di contributo per le imprese florovivaistiche che abbiano sostenuto nel periodo marzo-agosto 2022 costi superiori di almeno il 30% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2021 per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra”.