IN LIGURIA SERVE PIÙ TERRA COLTIVABILE: OGNI ETTARO SOSTIENE SETTE VOLTE PIÙ PERSONE RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANA
L’agricoltura presidio essenziale per la sicurezza del territorio, la gestione idrogeologica e la salvaguardia delle comunità
“Qui ogni ettaro agricolo conta”, spiegano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale. Si parla di terreno coltivabile in Liguria, ossia di SAU. “La densità di popolazione rispetto alla terra coltivabile è sette volte superiore alla media italiana e oltre dodici volte quella europea. Il territorio è montuoso e fortemente urbanizzato, e la popolazione è concentrata lungo la costa: ogni porzione di terreno agricolo rappresenta dunque un presidio da tutelare per mantenere le straordinarie tipicità liguri.”
La superficie agricola utilizzata (SAU) in Liguria, infatti, ammonta a soli 42.400 ettari circa, pari al 7,6% della superficie regionale, uno dei valori più bassi a livello nazionale. Rispetto al 2010, la SAU ha registrato una diminuzione dell’8,2%. “Ogni campo coltivato, ogni uliveto, ogni vigneto è un presidio del territorio, ma serve aumentare la superfice coltivabile, e le ragioni sono svariate”, sottolineano Boeri e Rivarossa. “Visti grandi valori delle produzioni, abbiamo bisogno di dare continuità al consumo locale, garantendo prodotti freschi e genuini su ampia scala.”
Terreno agricolo per prevenire frane e danni ambientali
Ma non finisce qui. I nostri imprenditori, infatti, non sono solo produttore: sono custodi della terra. Ciò significa che, indirettamente, si occupano anche di sicurezza e resilienza del territorio. Con il lavoro nei campi e nei pascoli, oltre a permettere ai consumatori di acquistare locale, stabilizzano il suolo, favoriscono il drenaggio naturale delle acque e contribuiscono a prevenire frane, smottamenti e alluvioni, proteggendo le comunità e il paesaggio che tutti abitiamo.
Il tema è più urgente che mai. Il consumo di suolo in Liguria registra un incremento costante: la regione è ottava in Italia per incidenza di suolo artificializzato. “L’urbanizzazione e la cementificazione riducono la capacità del suolo di assorbire e drenare l’acqua, aumentando il rischio di dissesto idrogeologico”, spiegano Boeri e Rivarossa.
“La mancanza di investimenti in agricoltura genera di fatto l’abbandono dei terreni agricoli. Il che a sua volta causa un buco nel consumo alimentare a km0, accelera la fragilità della regione e mette a rischio le comunità, soprattutto in questo periodo di maltempo e piogge intense.”
Serve dunque più terreno coltivabile (SAU) in Liguria, ma anche più sostegno agli agricoltori e a investimenti mirati. Ogni intervento a favore del settore primario è un investimento sulla sicurezza delle persone, da quella alimentare alla prevenzione dei disastri naturali. “Non è solo una questione di produzione. Qui ne va della capacità della Liguria di affrontare eventi climatici sempre più estremi”, aggiungono.
“Invero, proteggere il territorio significa proteggere le sue comunità, l’economia alimentare e l’identità stessa di una regione i cui presidi agricoli rappresentano un pilastro fondamentale. Un ettaro di terra salvaguardato oggi vale molto di più dei metri quadri costruibili domani.”