Negli ultimi 40 anni i disastri climatici in Italia hanno provocato circa 21 mila morti: 21 mila famiglie spezzate – anche per la mancata lungimiranza e progettualità – e più di 90 miliardi di euro di danni.
Il Belpaese “guadagna”, così, il 3° posto tra i paesi europei più martoriati, preceduto solo da Francia e Germania (quest’ultima a causa soprattutto delle forti alluvioni del luglio 2021). Da ormai un paio di anni in Italia si verifica in media un evento climatico estremo ogni 2 giorni. Secondo i dati EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente), i più dannosi restano quelli idrologici, che si stima incidano da soli per il 44% del totale, seguiti da quelli meteorologici (34%), dalle ondate di calore (14%) e da eventi climatici meno intensi (8%).
La situazione ligure
Nel corso dell’ultimo ventennio (2000-2022) in Liguria hanno avuto luogo ben dieci alluvioni, che hanno purtroppo causato anche diverse morti. Dati alla mano ed epigrafi sui muri.
Nella sola area imperiese, la maggior parte delle aree– sia per presenza di paleofrane sia per versanti ad altra criticità – è a rischio idrogeologico: dalla Val Nervia alle valli del dianese, senza sconti.
La denuncia di Coldiretti Imperia
“Servono risorse sicure – aggiunge il Presidente di Coldiretti Imperia, Gianluca Boeri – e un piano strategico che individui gli areali più a rischio, in modo tale da calendarizzare gli interventi. Bisogna interrompere la spirale che porta al consumo del suolo in modo indiscriminato e combattere l’abusivismo edilizio. Dobbiamo affidarci ad esperti che conoscano il territorio in modo capillare. In provincia di Imperia, ad esempio, l’abbandono dei terreni è cronico, le mappature di rii e fiumiciattoli sono state stravolte dalle alluvioni, non sono previsti alcun presidio e monitoraggio delle zone più a rischio e i fiumi non vengono puliti dai detriti in modo corretto e adeguato. Non si pensa a realizzare, ove possibile, i cosiddetti canali superficiali/fossi di guardia, e neppure casse di espansione per rallentare la velocità delle acque in esubero”.
“Parlare di infrastrutture idriche – conclude Domenico Pautasso, Direttore di Coldiretti Imperia – significa anche portare l’acqua dove non c’è e farla defluire quando è troppa. Ecco perché sarebbe opportuno rivedere i progetti e i relativi stanziamenti contenuti all’interno del PNRR: perché la tutela del territorio e l’incolumità delle persone vengono prima di tutto. Non usare questi fondi per la messa in sicurezza del territorio sarebbe folle. Le generazioni a venire non ce lo perdonerebbero mai”.